mercoledì 22 marzo 2017

50esimo di Cesano e bicentenario - una serata con Cantone e Cacciari

L’intuizione di Champagnat: formare onesti cittadini

Incontro della scuola di Cesano Maderno per il 50esimo e il bicentenario marista

Nella storia marista è rimasta emblematica la lettera al Re che Marcellino scrive per chiedere l’autorizzazione della congregazione da poco fondata. Concentra in poche parole il progetto educativo che i maristi volevano portare agli “ultimi” di quel tempo, i bambini e ragazzi delle campagne e delle zone di montagna, trascurati da qualunque forma di educazione. Formare buoni cristiani ed onesti cittadini è la sintesi perfetta di questo obiettivo educativo.

La scuola di Cesano Maderno, vicino a Milano, celebra quest’anno il 50esimo della sua fondazione, non si è preoccupata tanto di celebrazioni o feste, ma ha voluto invece offrire al territorio alcuni incontri formativi in linea con questo progetto marista, sempre attuale. Sul versante dell’onestà e della legalità ha proposto ad un illustre ex-alunno della scuola marista di Giugliano, di offrire una testimonianza e un contributo speciale.
Ci siamo così rivolti al magistrato Raffaele Cantone, alunno della scuola marista di Giugliano (come anche i suoi figli) e che oggi rappresenta nel panorama italiano una indiscussa figura di riferimento nel campo della legalità. Giovane magistrato impegnato nella lotta contro la camorra (sono famose le sue inchieste sul clan dei Casalesi, sulle incredibili manovre che hanno rovinato intere zone dell’agro campana) ha contribuito a suscitare nei cittadini un senso di rivincita e di riscatto. Nella scuola marista di Giugliano ha contribuito anche alla fondazione del presidio di Libera, l’associazione di don Ciotti contro le mafie, di cui è presidente onorario. Da qualche anno è stato chiamato a ricoprire l’incarico nazionale di presidente dell’Anticorruzione e il suo contributo alla correttezza e trasparenza della grande macchina organizzativa di Expo è stato sicuramente decisivo. Poter contare sulla sua esperienza ci è sembrato un ottimo contributo alla crescita culturale del territorio in cui la scuola opera.

Ma la stretta collaborazione con le realtà culturali vicine alla scuola e la sinergia con il Comune (anche in considerazione che lo stesso sindaco di Cesano è un ex-alunno marista…) hanno permesso di allargare il panorama ed invitare un altro personaggio di spicco: il filosofo Massimo Cacciari, docente di filosofia, già sindaco della città di Venezia e collaboratore con l’Università S.Raffaele. Si è fatta così strada l’idea di un dialogo sul tema dell’onestà, da considerarsi come una risorsa strategica e vitale.
Per completare il quadro si è trovato un moderatore d’eccezione, Luciano Fontana, il direttore del principale quotidiano nazionale, il Corriere della Sera. Le premesse per una serata di ottimo livello c’erano tutte.
Persino la sede in cui si è svolta la serata aveva un tocco familiare, in quanto l’auditorio che in tempo era la chiesa vecchia della cittadina, è stata restaurata da una famiglia che ha avuto i figli presso la nostra scuola.
La serata di mercoledì 15 marzo, alle 21, si è aperta con le parole di saluto del Sindaco e poi fr. Giorgio, direttore della scuola, ha spiegato le motivazioni di questa serata. Sala stracolma, molti in piedi, qualcuno accovacciato per terra.
L'incontro è stato denso di contenuti. Il moderatore ha faticato non poco nel mantenere il filosofo Cacciari all'interno del solco principale: l'onestà come risorsa. Più facile, invece, dare spazio all'esperienza concreta del magistrato Cantone, intrisa del contatto quotidiano con una realtà spesso costellata di contraddizioni morali. Si è ascoltato molto: gli scenari prospettati hanno messo in evidenza la crisi dei valori, la fine di una classe politica autorevole (Cacciari ne stabilisce la fine con il crollo del muro di Berlino, una sorta di conclusione della 3a guerra mondiale), l'esordio di una società fragile e disorientata, le contraddizioni di una moneta unica senza un riferimento di governo garantista alle spalle, il paradosso di una corruzione che diventa sistemica, non più emergenza di casi specifici...

Cantone, da parte sua, ha manifestato i limiti di questo termine, "legalità", ormai usurato; suggerisce un approccio più personale e propone come termine chiave la propria responsabilità, il tutto, però, con un'apertura di fondo positiva, perché di passi in questa direzione la società italiana ne sta facendo, anche a livello istituzionale. Insomma, scenari diversi e incoraggianti sono possibili.
Il dialogo si è prolungato per quasi due ore, grazie ad una folla attenta e partecipe ma grazie soprattutto al livello degli interlocutori.
Come scuola marista siamo contenti di aver offerto questo contributo alle tante persone di buona volontà del nostro territorio e siamo consapevoli che la risposta e l'accoglienza di questi temi sono già, di per sé, un segnale positivo.


lunedì 6 marzo 2017

Sempre un nuovo inizio - incontro laici maristi 2017

A volte ritornano: ed è sempre bello rivedere le persone con le quali si condivide un cammino, un carisma, un progetto.
L'incontro annuale dei fratelli e laici maristi della zona Italia si è tenuto anche quest'anno presso la casa generalizia dei Fratelli Maristi, presso l'EUR, da sabato 4 a domenica 5 marzo.
E sicuramente la presenza di fr. Emili, superiore generale, è stata come sempre una garanzia di freschezza e di contatto diretto con il carisma di Champagnat. Le sue parole, che hanno aperto l'incontro hanno dato il tono giusto alla due giorni di riflessione e convivenza e ci hanno fatto sentire tutta l'attualità di un impegno e un progetto che vale la pena vivere con entusiasmo.
Ci siamo così ritrovati in tanti presso la casa generalizia di Roma: da Giugliano, Roma, Genova, Cesano, Taormina, tanti fratelli e laici. L'incontro è stato scandito sul ritmo del messaggio del 2 gennaio: grazie, perdono, impegno e ogni tappa ci ha visti radunati per gruppi sempre diversi, in modo da intercettare le tante esperienze e le sensibilità che fanno la ricchezza del gruppo.

In particolare la mattinata della domenica (dopo la festa del sabato sera, che si è sviluppata con l'aplomb tipico delle nostre kermesse...) ci ha aiutato ad approfondire  alcuni temi impegnativi, dall'educazione integrale alla difesa dei diritti dei bambini, con l'apporto di alcuni fratelli maristi particolarmente impegnati in questi settori, che ci hanno illustrato l'impegno che ci attende in questo cammino.
La celebrazione eucaristica della domenica ha concluso il nostro incontro di festa, ma sul tavolo del pranzo, come segnaposto per ciascuno, era già presente l'invito per il prossimo appuntamento: il ritiro estivo ad Amelia, a fine agosto. Quindi... arrivederci!

E grazie a fr. Antonio, ecco on-line tutte le foto dell'incontro

e grazie anche a Sabatino per la creazione della lista che ormai... ci tiene stretti tutti quanti!

Condividiamo anche le riflessioni di uno dei partecipanti, rigorosamente "anonimo" :-)

“Ho imparato a sognare…”

Cronaca (intima) dell’Incontro Maristi di Champagnat 4 e 5 marzo 2017 – Casa Generalizia, Roma
Sabato 4 marzo e Domenica 5 marzo, ho imparato a sognare… e non mi riferisco all’aspetto onirico del sonno, ma al significato più alto del “sogno”, legato al concetto di visione, di progetto, a quel “senso” che ciascuno ha il dovere di dare alla propria vita. Per non rischiare di sprecarla.
A quel “200 e +, VIVI IL SOGNO” che si legge nello slogan dell’anno delle scuole mariste europee.
Io ho imparato a sognare partecipando, per la prima volta, all’Incontro annuale tra laici e maristi.
E’ stata un’esperienza bellissima per me, perché, sin dal primo passo compiuto all’interno della Casa Generalizia, ho avvertito una sensazione di benessere interiore assolutamente straordinaria, che mi ha accompagnato sino alla conclusione del raduno.


La sensazione è stata, da subito, quella di trovarmi a casa, in famiglia, senza mai sentire di trovarmi in un luogo mai visto prima, circondato in gran parte da estranei. Mai.
Questa sensazione di benessere interiore, sembra anche superfluo sottolinearlo, si è, poi, rafforzata al momento dei primi incontri personali nell’ambito della Dinamica dell’accoglienza, svolta nella sala Champagnat all’avvio dell’Incontro: una magnifica “confusione” di parole, gesti, sorrisi e sguardi assetati, come il mio, di intrecciare altri sogni, ansiosi di raccogliere compagni con i quali condividere il cammino.
Molto profondo e significativo è stato l’intervento di fr. Emili Turù che, ricollegandosi al messaggio del 2 gennaio 2017 in occasione della ricorrenza del bicentenario, ha introdotto il tema (ed il logo) dell’Incontro: Grazie, Perdono, Impegno.
Il Superiore generale si è soffermato sulla necessità di evitare le distrazioni della vita di tutti i giorni, parlando in particolar modo del tempo che si spreca utilizzando gli smartphone. Ha invitato ad aprire gli occhi ed a seguire la luce di Dio, il “Faro”, per evitare di sprecare il meraviglioso dono che proprio Dio ci ha donato: la vita.
Perché il rischio concreto è proprio quello di finire a vivere non la nostra vita, ma una vita vuota, la vita che gli altri (intendendo convenzioni e falsi miti) vogliono per noi.
Sul tema, è stata toccante la citazione dal film “L’attimo fuggente” (“Dead poets society”): “Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita, e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto…” (Henry David Thoreau).
Andare “per boschi”, senza distrazioni, in silenzio: fr. Emili ha esaltato il silenzio come fonte di recupero della interiorità, dove riposa Dio in noi, ed ha richiamato la figura della Madonna del silenzio e la splendida preghiera di Don Tonino Bello.
E il momento successivo della mattinata è stato dedicato proprio al silenzio, con il “Deserto”: 90 minuti da trascorrere soli con noi stessi e con Dio.
Confesso che ero spaventato pensando a così tanto tempo da trascorrere “senza fare niente”, a riflettere e basta … un “lusso” che, travolti da impegni lavorativi e famigliari, difficilmente riusciamo a concederci.
E’ stato, invece, bellissimo ed incredibilmente emozionante … ed il tempo è volato: dall’intimo momento iniziale nel quale fr. Stefano ci ha guidati nella giusta dimensione fino alla contemplazione della Buona Madre nella cappella piccola, di alberi mossi dal vento fuori da una finestra, delle vetrate della cupola della cappella grande e, soprattutto, dei luoghi più interiori della mia anima, con gli occhi chiusi verso il mondo e spalancati verso Dio.
Sempre di più nel sogno.
Nel pomeriggio di sabato, poi, le Dinamiche legate al “Grazie” ed al “Perdono” sono state piene di momenti di riflessione, scambio, conoscenza e condivisione con persone, cuori e anime diversi, ma collegati tutti dalla voglia di vivere il sogno.
Quindi la cena, momento unico e importante, così come gli altri momenti conviviali (pranzi, pause caffè, pause “dolcetto”, colazione), per toccare e sfiorare in modo diverso cuori e anime dei compagni di viaggio e di sogno.
Occasioni uniche anche per attingere ancora di più alle risorse magnifiche dei compagni di viaggio e di sogno che ho la fortuna di avere qui a Roma e che, insieme alla donna della mia vita, condividono con me da vicino il sogno, regalandomi emozioni indescrivibili.
E poi le risate, il divertimento e … ancora le risate della festa di sabato sera.


Tanto intensa ed emozionante è stata anche la Dinamica dell’”Impegno” di domenica mattina, con la possibilità di conoscere, appunto, l’impegno dell’Istituto in 4 temi importanti e decisivi citati nel messaggio di fr. Emili del 2 gennaio (Periferie geografiche ed esistenziali, Educazione integrale, Diritti dei bambini e Interiorità): imparare a sognare attingendo direttamente al carisma marista, attraverso la testimonianza di 4 Fratelli impegnati in prima linea in tali settori.
E sempre più forte, in me, quella sensazione di essere a casa, di essere in famiglia, e sempre più grande la gioia e la voglia di vivere altre emozioni, senza avvertire stanchezza fisica.. solo entusiasmo e sete del sogno. Soltanto voglia di continuare.
Infine, la messa, quale degna conclusione di questo percorso, addolcita dalla preghiera e dal canto conclusivo finiti in un grande abbraccio … quasi da un lato all’altro della grande cappella.
Ho imparato a sognare in questi due splendidi giorni… e sono riuscito, così, a donare valore e significato intimo alle bellissime parole ascoltate mesi prima: “Marcellino ha dato vita ad un sogno. Anche a noi oggi viene chiesto di proseguire quel sogno e di dar vita a tutti i sogni che sorgono nel nostro cuore per generare un mondo migliore. Per prima cosa allora occorrerà mantenere forte il legame con Dio. Da Lui scaturiscono tutti i sogni più belli, quelli che rendono più umana l’umanità” (fr. Daniele, discorso inaugurale dell’a.s. 2016/2017, Istituto San Leone Magno).


Salutando e abbracciando i miei compagni di viaggio e di sogno, domenica, temevo di provare quella sana tristezza che regalano solo i momenti più belli della nostra vita, quando giungono a conclusione.
In realtà, invece, avevo il cuore gonfio di gioia ed emozione perché mi proiettavo già alle prossime tappe del cammino, perché … “ormai che ho imparato a sognare, non smetterò!” (“Ho imparato a sognare”, Negrita).